Credito
d’imposta per la ricerca, via libera per tutte le imprese
Credito
d’imposta ad ampio raggio per le imprese che investono in progetti di ricerca realizzati da Università o da
Enti di ricerca.
Possono, infatti, accedere al credito
tutte le imprese, anche quelle costituite dopo l’entrata in vigore del decreto
sviluppo, le stabili organizzazioni e gli enti non
commerciali, e sono agevolabili la ricerca fondamentale, la ricerca industriale
e lo sviluppo sperimentale, con la sola esclusione della ricerca
interna.
Sono questi alcuni dei chiarimenti contenuti
nella circolare
n.51/E diffusa ieri dall'Agenzia delle Entrate che fornisce le istruzioni operative per le aziende che decidono di
fruire del credito d’imposta, istituito dal Dl 70 del 2011, per
il finanziamento di progetti di ricerca da realizzare con Università ed Enti
pubblici di ricerca.
Chi
può accedere al beneficio
La
circolare chiarisce che il credito d’imposta può essere fruito da tutte le
imprese che effettuano investimenti in progetti di ricerca commissionati a
Università o a Enti pubblici di ricerca, indipendentemente dalla forma
giuridica, dalle dimensioni aziendali e dal settore economico in cui
operano.
Pertanto possono godere dell’agevolazione anche gli enti
commerciali, per l’attività commerciale eventualmente esercitata, le stabili organizzazioni, le imprese che hanno intrapreso
l’attività a partire dal 14 maggio 2011 (entrata in vigore del decreto
sviluppo).
Quali
investimenti sono agevolabili
Gli
investimenti ammessi al beneficio sono relativi alle attività di ricerca
fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, con esclusione
delle attività di ricerca interna e delle spese di ricerca sostenute
direttamente dalle imprese relative a beni o servizi messi a
disposizione delle Università per la realizzazione del progetto di
ricerca cui l’impresa compartecipa.
Strutture
finanziabili
Oltre
alle Università ed agli enti pubblici di ricerca, possono essere individuate
altre strutture finanziabili, strutture a cui le imprese possono commissionare
progetti di ricerca per essere ammessi al beneficio
fiscale.
Come
calcolare il credito d’imposta
Il
credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 90 per cento dell’importo che
eccede la media degli investimenti effettuati nel periodo d’imposta in corso al
31 dicembre 2010 e nei due precedenti. Di conseguenza, per definire la misura
del credito d’imposta spettante, occorre calcolare la media degli investimenti
in ricerca effettuati nel triennio 2008-2010 per confrontarla con l’importo
degli investimenti realizzati in ciascuno dei periodi agevolabili. Ad esempio,
per i soggetti con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare, ai quali
compete il credito d’imposta per gli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2011
al 31 dicembre 2012, il triennio di riferimento, per il calcolo della media
degli investimenti effettuati, è compreso tra il 1° gennaio 2008 e
il 31 dicembre
2010.
Nell’ipotesi in
cui in nessuno dei tre esercizi di riferimento siano stati sostenuti costi di
ricerca, la percentuale del credito d’imposta sarà applicabile all’intero
ammontare dei costi sostenuti in ciascuno dei due periodi
agevolabili.
Cumulabilità
con altre agevolazioni
Le
imprese possono cumulare il credito d’imposta con altre agevolazioni o
contributi pubblici concessi a fronte della medesima tipologia di spese in
ricerca.
Il testo della circolare è disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it